Região Geográfica Intermediária do Recife / Brasile
La Capitaneria generale di Cuba spagnola, e il Regno del Brasile furono i due maggiori produttori emergenti i quali, l'uno dopo l'altro, fecero deprimere il prezzo del caffè in precedenza beneficiato dalle guerre e rivoluzioni scatenatesi tra il 1800 e il 1830. Nel gennaio del 1813 il prezzo al quintale scese a 40 scellini, quando veniva precedentemente venduto fino a 500 scellini al mercato di Amburgo durante la corsa al rialzo a causa della sua carenza. Londra assunse la funzione di centro delle aste del caffè, laddove nel corso del XVIII secolo Bordeaux e Le Havre si erano messe in competizione con Amsterdam.Nel 1820 Giava forniva ormai solo il 6% del consumo europeo e nel 1840 lo Yemen tra il 2% e il 3% di quello mondiale. La produzione brasiliana fu superiore a quella cubana e delle Indie occidentali britanniche a partire dalla fine degli anni 20 del secolo.Nelle colonie inglesi e francesi la schiavitù fu proibita rispettivamente nel 1833 e 1848. Le piantagioni di caffè della Colonia della Giamaica ne anticiparono la decisione riducendo progressivamente la schiavitù verso la fine degli anni 1820. il Venezuela assieme a Cuba e Brasile lo abolirono rispettivamente nel 1856, 1886 e 1888, beneficiando fino ad allora di una forma di "social dumping" . Già nel 1850 le piantagioni brasiliane producevano la metà dei raccolti di caffè del pianeta, distanziando gradualmente altre regioni con l'eccezione del continente asiatico. Nel 1855 tuttavia la Panama Railway aprì al mercato occidentale l'America centrale, le cui piantagioni solitamente si aprivano verso l'Oceano Pacifico su terreni vulcanici, producendo la crescita di una delicata Coffea arabica priva d'impurità: il prodotto derivatone divenne ben presto molto ricercato.Prima le aziende europee d'immigrazione e poi i commercianti tedeschi investirono nel Guatemala, prima di passare in Messico, nella Repubblica della Nuova Granada ed infine nel Burundi. La produzione complessiva afroasiatica scese a solo il 5% del totale alla vigilia della prima guerra mondiale. In Asia le piante furono decimate nel 1869 dalla comparsa della "ruggine del caffè", una malattia causata da funghi come l'Hemileia vastatrix. Questo portò all'eliminazione di gran parte delle piante di caffè di Ceylon britannico e di Giava.La coltivazione venne presa in considerazione da molti paesi dell'America Latina entro la metà del XIX secolo e, in quasi tutti i casi, implicò lo spostamento e lo sfruttamento delle popolazioni indigene amerinde. Le difficili condizioni di lavoro e di vita condussero a numerose rivolte, colpi di stato e sanguinose ritorsioni contro i contadini.L'eccezione notevole a questa regola fu la Costa Rica, dove la scarsa disponibilità di forza lavoro tra i nativi impedì la formazione di aziende agricole su larga scala. Le piccole fattorie e le condizioni maggiormente egualitarie migliorarono via via la situazione durante tutto il XIX e il XX secolo.L'impero brasiliano divenne il maggiore produttore di caffè nel mondo a partire dal 1852 e ha mantenuto tale status da allora in poi. Ha sempre più dominato il mercato globale, esportando da solo più caffè di tutti gli altri paesi messi assieme tra il 1850 e il 1950.